lunedì 19 marzo 2012

Break point

Non si tratta più di "se" ma di quando si raggiungerà il "punto di rottura"
E' questo non vale solo per la Grecia, il Portogallo, l'Italia e via discorrendo ma anche per i paesi come la Francia e la Germania, è solo questione di tempo.
Per come si è evoluta l'organizzazione del genere umano, al momento ne  esistono solo due tipi, con diverse sfumature, di sistemi.
La dittatura, ove un ristretto numero di persone decidono per la restante massa, imponendo le regole con la forza e la repressione.
La pseudo democrazia, ove un ristretto numero di persone decidono per la restante massa, imponendo le regole con il metodo della rappresentanza,
ma nei fatti facendo gli interessi di pochi a scapito di molti.
Entrambi i sistemi portano ad un dato di fatto,  pochi uomini prevaricano la restante maggioranza.
Per il primo sistema, la dittatura, è relativamente facile arrivare al punto di rottura, e pertanto la possibilità che le masse si ribellino e cambino il sistema, nell'unico attualmente previsto,
la dimostrazione sta, per esempio, in tutti i recenti moti di ribellione che stiamo vivendo nei paesi nord Africani.
Per quanto riguarda la democrazia rappresentativa il discorso è particolarmente complesso, come dimostra, ad esempio, la situazione dei Greci.
Premettendo che ormai quello che succede in un qualsiasi paese del mondo interagisce con tutti gli altri,
non è possibile cambiare questi sistemi senza doverne pagare un prezzo molto alto, forse addirittura perdere tutto quanto abbiamo conquistato fino ad ora.
Se un cinese lavora 15 ore al giorno per 200 euro al mese per produrre una maglietta che io acquisterò ad un euro,
non mi devo poi stupire se le fabbriche chiudono i dipendenti vengono licenziati e questi poi non hanno più i soldi per comprare nemmeno i generi di prima necessità.
Se la disoccupazione in Italia aumenta, la gente non ha più i soldi per comprare i beni di prima necessità, ne avrà ancora meno per acquistare i beni esportati dalla Germania.
Se la Germania non riesce ad esportare  comincerà ad avere problemi con le sue fabbriche, comincerà a licenziare, i licenziati non avranno i soldi per i beni di prima necessità e
si arriverà al "punto di rottura" anche per loro.
Forse è il caso di pensare ad un terzo sistema, non più pochi che hanno troppo e tanti che hanno troppo poco.
Il "Liberismo Sociale" ovvero, un limite sostenibile al poter fare tutto quello che voglio.
Se poniamo un limite al reddito globale di ogni soggetto, dal capo di stato all'ultimo essere umano, dato dalla somma dei beni mobili, immobili e dai guadagni,
ad esempio, fino ad un massimo di 5.000,00 euro netti al mese, che mi pare una cifra di tutto rispetto par la maggioranza degli Italiani, vista la media delle denuncie dei redditi.
Tutti, nel rispetto delle leggi, sono liberi di darsi da fare per raggiugere questo traguardo, mentre tutto quanto supera questo limite potrebbe essere utilizzato dallo stato per garantire
salute, benessere e sviluppo per tutti, anche per chi, sfortunatamente, non ha ne i mezzi ne le capacità per raggiungere il massimo.
Il governo attuale ha già messo un tetto alle retribuzioni delle principali cariche pubbliche, questo dimostra che si può fare ma anche che è una discriminazione,
sarebbe più equo mettere un limite per tutti.