La situazione è critica ed anzi sta diventando sempre più pericolosa.
Tutti i segnali che stiamo ricevendo dagli altri paesi, Egitto, Tunisia, Libia, Grecia, Spagna, etc. dovrebbero preoccupare tutti ed invece,
i nostri governanti continuano a pensare solo ai fatti loro.
Se non vogliamo che ci sia una esplosione di rivendicazioni sociali con i rischi reali che questo potrebbe comportare per la democrazia, bisognerebbe cambiare metodo.
Come il nostro, nessuno degli altri stati riesce a capire che a lungo andare non può più essere sopportabile l’ingiustizia sociale che si è venuta a creare in tutto il mondo.
Non è accettabile che ci siano pochi ricchi e tantissimi poveri.
Un governo democratico e liberista, che probabilmente è l’unico sistema attualmente accettabile dalla maggioranza dei cittadini del mondo, deve fare l’unica cosa per cui esiste e cioè governare facendo il bene di tutti.
L’unico modo per fare questo, fermo restando garantire il massimo della libertà dei propri cittadini, è incentivare comportamenti ed azioni positive e disincentivare quelle negative utilizzando la leva economica.
Ovviamente tutti sappiamo che, globalmente, le tasse sostanziali e percepite sono troppo alte sia per il poveraccio che per l’industriale e pertanto qualsiasi operazione deve essere fatta a saldo zero, ovvero senza spendere un centesimo in più ma semmai puntando a diminuire gli sprechi e di conseguenza i costi della spesa pubblica senza diminuire ma anzi aumentando i servizi ai cittadini.
Tutto questo non solo è fattibile ma è necessario, e si può fare semplicemente ridistribuendo i costi, aumentandoli a chi ha di più e diminuendoli a chi ha di meno.
Qualche esempio pratico:
Detassare il ripristino/riutilizzo delle infrastrutture esistenti, case, capannoni, ed aumentare esponenzialmente la tassazione su tutte le nuove costruzioni.
Detassare l’utilizzo di tecniche volte al risparmio energetico e rinnovabili, doppi vetri, fotovoltaico, mezzi elettrici ed aumento delle tasse su tutto ciò che è l’opposto a partire dall’auto a combustione.
Incentivare in tutti i modi l’incremento e l’utilizzo di infrastrutture pubbliche a scapito del mezzo privato, in modo graduale ma deciso e pianificato con date certe per i prossimi 20 anni.
Detassare il costo del denaro investito ed aumentare le tasse sul denaro derivante da rendite non produttive.
Pur nel rispetto delle leggi di mercato lo stato deve calmierare, con aziende proprie e/o partecipate i prezzi di tutti quei servizi indispensabili facendo una sana concorrenza e di conseguenza non permettere più che si faccia cartello tra poche aziende private, vedi le assicurazioni le banche e l’energia.
Più in generale agire per correggere, con il meccanismo dell’incentivo/disincentivo, tutte quelle situazioni in cui c’è uno squilibrio a favore di pochi e a scapito di tanti.Ed infine ricordiamoci sempre che andare a votare non è solo un diritto, finché ci è concesso, ma è soprattutto un dovere nel nostro stesso interesse, ne va del nostro futuro.
Pensiamoci per i prossimi referendum, se no che ci lamentiamo a fare.